Islanda l'eruzione del vulcano Grimsvötn, aggiornamenti


 Dopo l’allerta dei giorni scorsi, ecco arrivare i primi stop ai voli nei cieli europei. A dispetto infatti di quanto previsto dagli esperti, le ceneri del vulcano islandese Grimsvotn, che ha ricominciato la sua attività eruttiva la settimana scorse dopo più di 7 anni, sono arrivate nei cieli del Nord Europa, costringendo diversi aereoporti all’annullamento dei voli.
In Scozia questa mattina gli scali di Edimburgo e Glasgow sono stati chiusi, mentre anche in Irlanda del Nord ci sono stati disagi e ritardi. La nube intanti si sta spostando in Scandinavia: in Norvegia occidentale sono già iniziati i blocchi aerei, mentre in Danimarca e Svezia, dopo i primi ritardi ed i primi voli cancellati nella mattinata, si attendono stop e disagi per il tardo pomeriggio.


Le notizie che si rincorrevano nelle scorse ore erano tranquillizzanti e gli esperti parlavano di danni minori, soprattutto alle compagnie aeree, per quanto riguarda la nube di cenere che si è innalzata dopo l’eruzione di un vulcano in Islanda. Il gigante che ha fatto sentire la sua presenza è il Grimsvotn e adesso il vento ha spostato il materiale eruttato verso la Scozia, nella parte occidentale della Norvegia e in Danimarca. E’ chiaro che in queste condizioni il traffico aereo non può procedere in modo normale.
I disagi più intensi si sono fatti sentire da e per Glasgow ed Edimburgo, con la maggior parte dei voli letteralmente bloccati e lo stesso vale per le tratte da e per Stavanger e Karmoey. Senza contare i ritardi e le cancellazioni pure a Copenaghen. Al momento, sono stati comunicati circa 250 voli non portati a termine. Non ancora fermi gli aeroporti londinesi, ma è possibile che a breve possa essere bloccato il traffico pure da quelle parti.
E’ chiaro che la nuvola che prometteva di non arrecare danni e che invece si sta mostrando insidiosa preoccupa, sia chi deve partire e sia chi gestisce il settore degli aerei e, del resto, i problemi riguardano proprio tutti. In queste ore, infatti, anche il presidente Usa Barack Obama è stato costretto ad anticipare la partenza. E’, infatti, giunto nella serata di lunedì, e non martedì come previsto, in Gran Bretagna per cominciare la sua visita di stato per evitare il rischio di dover rinunciare all’appuntamento.L’Islanda non è nuova a queste manifestazioni naturali incontrollabili e del resto si tratta di fenomeni facilmente prevedibili in un tipo di territorio geologicamente complesso. Poco più di un anno fa, infatti, la cenere del vulcano islandese provocò la cancellazione di 100.000 voli, costringendo a terra 10 milioni di passeggeri e ovviamente lasciando le compagnie aeree di mezzo mondo nella piena crisi economica. Appena in tempo per riprendersi, che subito comincia un’altra emergenza, sperando che come in passato non arrivi a costare 1,7 miliardi di euro.

L’eruzione del vulcano islandese Grimsvotn sta creando grandissimi disagi in tutto il nord dell’ Europa e la successiva protesta di molte compagnie aeree, tra tutte ‘Ryanair’, che giudicano il provvedimento troppo restrittivo. Sta di fatto che al momento la nube, alta tra i 10 e i 12 chilometri, ha raggiunto il nord del Regno Unito e secondo le previsioni degli esperti dovrebbe raggiungere le coste franco-spagnole entro venerdì.
Per quanto riguarda l’Italia, e il possibile rischio che la nube arrivi fino al nostro paese, il direttore generale dell’Enac e vicepresidente dell’assemblea di Eurocontrol, Alessio Quaranta dichiara: “Pensiamo e speriamo di no. Ci sono una serie di condizioni che ce lo fanno sperare: l’eruzione risulta inferiore rispetto a quella dell’altro vulcano islandese che erittò ad aprile dello scorso anno ed è composta da materiale più pesante, che si sposta più lentamente. Ad oggi non stiamo registrando grandissime difficoltà. Stiamo monitorando, insieme ai colleghi di Eurocontrol, l’evoluzione della situazione di ora in ora”.