Vivere bene con 1000 euro all'estero

Con mille euro al mese qui da noi fai vita grama. Ma ci sono molti paradisi al mondo in cui puoi stare da nababbo. Basta aver il coraggio di credere in un sogno di fuga.

Quali sono le nazioni più economiche dove vivere e che offrono contemporaneamente una buona qualità della vita?
Il costo della vita minore rispetto all’Italia è uno dei motivi che spinge tanti Italiani a prendere in considerazione l’emigrazione.
Queste destinazioni sono anche tra le più esotiche e belle del pianeta. In genere dovete puntare il compasso seguendo due regole: innanzitutto se la destinazione è poco costosa per andare in vacanza, lo è anche per andarci a vivere; in secondo luogo, il più lontano andate dalle città e dalle attrazioni turistiche, il meno costoso diventa.

Kenya
Non a caso il primo paese che propone nell’elenco di chi vuol cambiare vita (in meglio) è proprio il Kenya. Adatto a tutti. Sia gli anziani che devono affidarsi a magre pensioni, sia i giovani che possono contare su piccoli redditi. La dichiarazione di un fuggiasco: «Ho dato in affitto il mio appartamento di proprietà dove vivevo da ormai oltre dieci anni e con quei 750 euro al mese ho ricominciato in Kenya». Ed è stata una scelta felice anche dal punto di vista meramente contabile. «Buona scelta: lì un bilocale sul mare costa duecentocinquanta euro al mese di affitto, con gli altri cinquecento ti puoi consentire una tranquillità economica eccezionale, tenendo conto che in Kenya... un dignitoso stipendio si aggira intorno ai centosessanta euro al mese». 
 











350 euro al mese non vi permetteranno di vivere in un appartamento con vista mare ma è possibile trovare alloggio a prezzi modici (21 euro al mese) intorno a Chiang Mai, al nord, o spendere intorno ai 60 euro minimo più vicino alla costa.
Il basso costo del cibo in Thailandia venduto in strada (meno di un euro per pollo con riso o noodles) vi consente di mangiare per circa 150 euro al mese quindi vi rimarranno soldi per viaggi, ristoranti, shopping eccetera.
Aggiornamento: tanti Italiani mi hanno scritto direttamente o hanno commentato le due frasi quì sopra, spesso in disaccordo. Ho chiesto loro di presentare il loro punto di vista. Martino mi ha risposto su ‘Vita in Thailandia secondo un Italiano emigrato‘. Vi invito a leggere le sue parole.
Andaman Sunset 5 - Phuket, Thailand

Cambogia
La storia recente della Cambogia e la sua povertà non fanno di questa nazione una delle prime che possano venire in mente come destinazione per emigrare.
Il costo della vita è però simile se non migliore di quello della Tailandia e con 350 euro al mese potete vivere nella capitale Phnom Penh.
La città sta diventando sempre più popolare con stranieri quindi i prezzi degli alloggi stanno crescendo ed è difficile trovare qualcosa per meno di 150 euro al mese ma è possibile ridurre i costi condividendo con altri emigrati.
Con i 220 euro rimasti è facile vivere in Cambogia. I prezzi del cibo sono simili o inferiori alla Thailandia e mangiare al ristorante vi costerà circa 1,50 euro.
Vivere in Cambogia, dove non ci sono fast food di catene internazionali, può cambiarvi la vita!
I costi della vita in Vietnam e Laos sono simili a quello della Cambogia.
cambodia (30)

Filippine
Un’altra destinazione economica ed esotica sono le Filippine.
La capitale Manila è troppo costosa ma nella provincia di Cebu, una delle più sviluppate delle Filippine con campi da golf, spiagge e centri commerciali, potete affittare un appartamento per circa 100 euro al mese.
Il cibo è economico e con 150 euro al mese coprirete tutte le spese incluse alcol e tabacco.
Inoltre le Filippine offrono un visto speciale per pensionati che potete ottenere dall’età di 35 anni con un deposito di 50 mila dollari in una banca filippina. Sopra ai 50 anni dovete avere un deposito di 10 mila dollari e fornire prova di una pensione di 800 dollari al mese per singoli o di mille dollari al mese per coppia.
La Malesia offre un simile programma per pensionati chiamato My Second Home.
Coral Reef, Cebu, Philippines

Costa Rica
Non ci vogliono molti soldi per sopravvivere in Costa Rica. Inoltre la nazione ha 12 zone climatiche diverse per accontentare tutti i gusti anche se il clima prevalente è quello tropicale.
I prezzi in San José sono bassi, il costo della vita é tra i più bassi al mondo. Potete facilmente vivere con 425 euro al mese se condividete una casa o alloggio con amici.
Ovviamente il costo di un affitto diminuisce allontanandosi da San Joé. A circa 75 chilometri potete affittare una casa di dimensioni medio-piccole per meno di 200 euro al mese.
Al ristorante potete mangiare un’ottimo pasto con meno di 4 euro ma se cucinate da solo i prezzi sono ovviamente molto più bassi. Un casco di banane costa 30 centesimi mentre un pacchetto di sigarette costa 90 centesimi.
Il Costa Rica offre la possibilità di imparare a fare surf o di imparare lo Spagnolo a prezzi molto contenuti.
Costa Rica  #1

Belize
Il vostro sogno di paradiso ad un prezzo contenuto può avverarsi in Belize, una delle nazioni più belle del Centro America. Ha bellissime spiagge, un clima sub-tropicale e la lingua ufficiale è l’Inglese.
Il Belize è inoltre un paradiso per chi ama fare immersione grazie ad uno degli ecosistemi marini più belli al mondo.
Il costo della vita è simile al Costa Rica. Per una grande casa a Cayo, ad un’ora di macchina da Belize City, pagate 210 euro al mese, condividendo con due amici pagate solo 70 euro al mese!
Come al solito cibo comprato al mercato è economico mentre se comprate prodotti importati spendete molto di più.
Se avete più di 45 anni potete prendere in considerazione andare in pensione in Belize. Il Retired Person’s Incentive Program può consentirvi di vivere uno stile di vita senza tasse!
Tenete in considerazione le peculiarità climatiche del Belize. Ha una stagione arida ed una delle pioggie. Quella delle pioggie comincia a Maggio e finisce ad Ottobre, piove sempre e ci sono spesso uragani. Se volete passare solo alcuni mesi in Belize, andate tra Novembre e Aprile.
Belize Beach and Palm

Ovviamente il mappamondo dei paradisi low cost non si riduce al Kenya. Altre mete piacevoli da tenere in considerazione sono il Marocco, la Tunisia, l’Egitto, l’Arcipelago di Capo Verde, Santo Domingo, il Brasile e il Messico. Altri paradisi ci sarebbero, ugualmente convenienti, ma l’autore alla fine le sconsiglia, perché ci sono tali e tante difficoltà, soprattutto burocratiche, per fissarvi la residenza, che il gusto viene rovinato. Tra le mete «belle e impossibili», c’è Cuba, Mauritius, le Seychelles, le Maldive, l’India e il Venezuela.

Non ai soli pensionati o a chi dispone di un reddito fisso, anche modesto, è riservata la fuga verso un paradiso terrestre. In questo particolare momento, la ricerca di una nuova vita ai tropici sembra essere l’aspirazione d’una buona fetta di singles trentenni, delusi dal destino del lavoro precario e dalla situazione del Paese. Ovviamente dovranno trovarsi un impiego, perché spesso partono con pochi soldi e non possono contare su un reddito fisso che arriva dall’Italia.

Sembra che in questi luoghi esistano buone possibilità di impiego soprattutto nelle attività legate al turismo. I più fortunati e abili riescono ad avviare un’attività indipendente. Ad esempio una scuola per sub o un ristorantino, o un’agenzia immobiliare. Numerose conferme arrivano anche da internet, su siti come MolloTutto.com oppure Voglioviverecosi.com. Oltre ai racconti dei tentativi riusciti, ci sono molte raccomandazioni. Mai buttare il cuore oltre l’ostacolo, senza pesare bene le cose. Può essere rischioso partire alla cieca. Più consigliabile, dunque, fare prima una vacanza nel luogo prescelto per sperimentare l’adattabilità al clima, alla gastronomia e alle condizioni igienico-sanitarie. Scegliendo paesi con una situazione politica stabile. 

CITTÀ: LE MIGLIORI DOVE TRASFERIRSI

Le classifiche delle città più interessanti, più attraenti, con la migliore qualità della vita, più visitate dai turisti, più ospitali per il business, più eccitanti per il popolo della notte e chi più ne ha più ne metta, sono uno dei tic del nostro tempo: a volte utili, altre volte solo uno spunto per riflettere, quasi un gioco di società. Adesso ce n'è una nuova, compilata dal mensile Monocle, "a briefing on global affairs, business, culture & design" recita il sottotitolo della testata, una sofisticata rivista britannica, fondata poco più di un anno fa da alcuni dei più noti giornalisti nazionali. Propone la graduatoria delle "25 città più vivibili" del mondo, e ha l'arguzia, oltre che l'ardire, di stabilire dei criteri un po' eccentrici: le solite statistiche, sì, ma anche quello che per la sua redazione è importante, come la bassa criminalità, buon scuole e buoni ospedali pubblici, tolleranza verso la diversità e quel "certo non so che", come diremmo noi in italiano, che spinge il trend di un luogo verso l'alto anziché verso il basso.

Così ne viene fuori un elenco che, se in parte è prevedibile e rispetta il canone di quello che ci si può aspettare, per certi aspetti è sorprendente e originale. Per cominciare, mancano due metropoli che di solito sono sempre in tutte le classifiche di questo tipo: New York e Londra. Troppo costose, troppo classiste, troppo orientate su istruzione e sanità privata (buona se paghi, tremenda se ti affidi allo stato), forse entrambe hanno vissuto il proprio "magic moment". Restano "cool", alla moda, tutti i turisti ci vogliono andare in vacanza (specie se sono turisti italiani), ma appunto rischiano di perdersi qualcosa di meglio, che è altrove. E poi il punto della lista di Monocle non è trovare le città più affascinanti per i turisti ma quelle dove vivono meglio i residenti: quelli che ci passano 365 giorni, non una settimana.

Ecco allora la graduatoria. In testa Copenaghen, capitale della Danimarca: bella, intelligente, proporzionata, a misura d'uomo, con senso dell'umorismo, sensibile ai problemi dell'ambiente, con buoni trasporti, buone scuole pubbliche, buoni ospedali, buoni ristoranti, poco crimine (6 omicidi l'anno), grande cultura e meno pioggia e freddo di quanto uno (specie se è italiano) si aspetterebbe. Una città a misura d'uomo, con tanto verde ma anche tanti incentivi per il business. Shakespeare sbagliava: non c'è del marcio in Danimarca.

Al secondo posto Monaco di Baviera: stretta tra il boom di Berlino e i progressi di Dresda, sembrava candidata a entrare in crisi, invece rimane la più vivibile, divertente, cosmopolita città tedesca. Al terzo, a sorpresa, Tokyo: una megalopoli che funziona come un orologio svizzero, veloce e lenta al tempo stesso, capace di smentire gli stereotipi su se stessa. Poi seguono i "soliti noti", ovvero le città che sono note per la loro buona qualità della vita: Zurigo e Vienna (per restare in tema con gli Europei di calcio), Helsinki e Stoccolma (la dolce vita nordica), Vancouver e Montreal, Sidney e Melbourne (tutti vorrebbero vivere in Canada e Australia, se non fossero uno freddo e l'altra lontana), Madrid e Barcellona (la Spagna di Zapatero - speriamo anche non quella di Villa&Torres).
Rio

Altre sorprese: Honolulu (non solo spiagge e surf - ma vale per le Hawaii il discorso dell'Australia, tutti vorrebbero viverci se non fossero così distanti). Poi, Fukuoka. Sì avete letto bene, non è un errore di stampa: Fukuoka. Provate a dire dov'è. Non lo sapete? Non l'avete mai sentita nominare? Confesso: neanch'io. Comunque è in Giappone, è la capitale dello shopping e ha le misure giuste. Infine, Minneapolis: la città emergente degli Stati Uniti.


In classifica ci sono anche Parigi (10mo posto), Amsterdam (18esimo), Kyoto (20esimo), seguita da Amburgo, Singapore, Ginevra, Lisbona e Portland (quella dell'Oregon, una specie di San Francisco un po' più settentrionale). A proposito, San Francisco è un'altra assenza di rilievo dall'elenco. E magari vi siete accorti che manca pure qualcun altro: una città italiana. Non ci sono né Roma, né Milano. Siamo, insieme alla Grecia, l'unica grande nazione europea assente dall'elenco.

Un altro segno di declino per il nostro paese? La consolazione è che la prima delle non-elette è Genova. Forse l'anno prossimo, scrivono i redattori di Monocle, sarà entrata fra le "top 25", così come le altre "quasi" classificate: Buenos Aires, Istanbul, Beirut e Phnom Penh. Le venticinque città più vivibili del mondo + altre 5: resta solo da decidere in quale trasferirsi.